Amalia Ercoli Finzi (Scienziata)

Amalia Ercoli Finzi (Scienziata)

 

Professoressa Ordinaria di Meccanica Aerospaziale presso il Politecnico di Milano, dove si è laureata in Ingegneria Aeronautica. Si occupa di Dinamica del Volo Spaziale da oltre 15 anni. Presidente del Comitato per le Pari Opportunità del Politecnico di Milano Sposata da oltre quarant'anni, è madre di 5 figli, quattro maschi e una femmina, di cui uno adottivo e nonna di 4 nipoti maschi. Ha affrontato con impegno il problema dell’emarginazione femminile, soprattutto nel mondo della scienza e della tecnologia che vedono una presenza femminile scarsissima e spesso sottoqualificata, svolgendo attività di divulgazione per incoraggiare le giovani donne ad entrare nel mondo del lavoro e battendosi per la fornitura di servizi, quali asili nido e scuole materne. Tutto questo nella certezza che solo col contributo delle donne si potrà costruire una vera società “a misura d’uomo”.

 

"I miei sogni di bambina non erano sogni, ma incubi: c’era la guerra e la notte spesso suonava l’allarme che segnalava l’avvistamento di aerei. Si restava nel letto trepidanti in attesa del secondo allarme che, a seconda della sua intensità, voleva dire o “scongiurato pericolo” o “aerei nemici in avvicinamento”. In questo caso, rivestiti in tutta fretta, si scendeva nel rifugio, che era poi la cantina equipaggiata con qualche sacco di sabbia come misura antincendio, e si aspettava di sentire il sibilo delle bombe che venivano sganciate, il ticchettio dell’Antiaerea, che sgranava i suoi bossoli come grani di un Rosario, e poi il rumore dei crolli delle case colpite e il crepitare dei primi incendi. Ricordo la paura, anzi il terrore, di quei momenti e l’angoscia di vivere in un perenne stato di guerra, il solo che conoscevo, e allora chiudevo gli occhi e sognavo. Sognavo un mondo in pace, in cui bambini potevano giocare per la strada e dormire sonni leggeri, in cui non c’erano mamme che piangevano, come le amiche della mia, per i figli morti o incarcerati, in cui il bussare alla porta la notte non era foriero di tragiche notizie.

Questo sognavo, la pace e il poter mangiare a sazietà, perché un’altra cosa che non avevamo era il cibo sufficiente a sfamarci: un intero anno, il ’43, senza toccare carne, il pane di crusca, e per di più razionato dalla Tessera Annonaria, dove talvolta si trovavano anche pezzettini di legno, niente zucchero, niente dolci e il Natale in cui Gesù Bambino portava qualche mandarino e una tavoletta di surrogato di coccolata. La guerra è passata ed è passato anche il lungo dopoguerra e il mio sogno è diventato quello di viaggiare, non tanto per vedere posti nuovi, che pure mi affascinavano, ma per capire come viveva la gente, a che cosa si interessava e come accettava condizioni di vita tanto diverse dalle nostre, e imparare dagli altri ad apprezzare cose che a me sembravano impensabili.

Ricordo il mio primo viaggio nel Sud d’Italia, allora era un lungo viaggio!, e la sorpresa di un mare meraviglioso, di una vita tranquilla, non frenetica come la mia, e di una ospitalità aperta e spontanea, ben diversa dalla mentalità lombarda, più chiusa e riservata, ma non per questo incapace di autentica amicizia. Sognavo di andare in luoghi esotici come l’Egitto, l’India e la Cina, e leggevo tutto quello che trovavo, figurandomi di essere non un turista, ma uno di loro, un cinese, un indiano e soprattutto un egiziano dell’epoca dei faraoni. Sognavo di andarci con la mia famiglia, non ho mai avuto una vera amica “del cuore” con cui dividere pensieri e progetti, perché pensavo che il piacere della scoperta è tanto più grande se condiviso con chi ami e che a sua volta la condivisione di esperienze così speciali cimenta l’amore e la gioia di stare insieme.

Ho sognato e in gran parte sono riuscita a realizzare i miei sogni: dispongo di cibo in abbondanza, anche se sto sempre attenta a non sciuparlo, memore del suo valore, allora per me e adesso per tante persone nel mondo, Ho visitato quasi tutti i paesi del mondo e in particolare l’Egitto, l’India e la Cina. Ho portato i miei figli nei miei viaggi e li ho visti felici di vedere insieme a me realtà nuove e sorprendenti. Mi resta il sogno della pace, cui cerco di dedicarmi nel privato e nel pubblico. Mi occupo di missioni spaziali il cui obiettivo è di contribuire al benessere dell’umanità, vuoi in termini di servizi, vuoi in termini di conoscenza, e, cosa ancora più importante, insegno ai miei studenti, così come ho insegnato ai miei figli che la pace è il bene più prezioso di cui l’uomo possa disporre e che solo nella pace ognuno può scoprire il meglio di se stesso e cercare di realizzarlo"

Date

08 Ottobre 2019

Tags

#donneitaliane