Patrizia Ginepri (Giornalista)

Patrizia Ginepri (Giornalista)

 

47 anni, giornalista professionista. Sposata con una figlia, una laurea in lettere. Lavora nella redazione economica del quotidiano la "Gazzetta di Parma". In passato ha collaborato con Il Sole 24Ore, Ansa, L’Espresso, Io Donna (Corriere della Sera), Oggi, il Mattino di Napoli. Nel 2003, ha pubblicato il romanzo "Il mito di Viola" (Rubbettino Editore).

 

"Mio padre era seduto su un grande sasso. Fissava la canna da pesca in silenzio, il sigaro in bocca e l’inseparabile eskimo. Era novembre, faceva freddo e la nebbia cancellava i contorni di piante, cespugli, tetti lontani. Ero con lui ogni sabato pomeriggio: avevo sette anni, minuta e ribelle, con una massa di riccioli neri domati da un nastro blu. Mi piaceva andare a pescare, mi piaceva il fruscio dell’acqua e l’odore di legno umido. Potevo annotare le emozioni, inginocchiata sulla tela cerata verde militare. Invece di giocare scrivevo. Lo stesso succedeva al mare, in cortile, in treno. Ho sempre sentito il bisogno fin da bambina di fissare fotogrammi nero su bianco, di raccontare la realtà intorno a me. E anche dorarla di fantasia. Gli anni passavano e il vero grande sogno della mia vita si plasmava giorno dopo giorno. Diventare una cronista. A 17 anni avevo scritto alcune poesie, di cui mi vergognavo. Oggi rileggendole mi fanno sorridere, ma allora erano ossigeno per il mio affanno, unica via per esprimere sentimenti straripanti, amore di marzapane e dolore lancinante. Arrivò di nuovo la primavera, era il 1978, "l’anno del gatto", ascoltavo Al Steward e mi battevo perché non finissero le cose, perché non si chiudessero le porte definitivamente. Mio padre era morto l’anno prima ed erano gli ultimi giorni del liceo. Mi lasciavo alle spalle qualcosa che non avrei mai più respirato a pieni polmoni. La scuola, il basket, il primo batticuore. Non mi bastavano i ricordi, avrei voluto fermare il tempo. Inesorabile. Di fronte avevo un sogno da realizzare e un lungo sentiero. Lo intravedevo là in cima e io laggiù lontana, con un fardello pesante. Oggi faccio il mestiere che ho sempre desiderato. Un sogno si è avverato, un altro no. Il tempo chiude i cassetti a doppia mandata e io non riesco ad accettarlo. E aspetto ogni sera di accovacciarmi nel letto per sognare ciò che non sarà"

Date

08 Ottobre 2019

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#donneitaliane